LGBTQ Plus Plus


Roma, verso piazza Esedra, primo pomeriggio, concentramento del Roma Pride. Sole che picchia. Gran odore di ascellame.

Dove mi giro vedo mucchi e mucchi di ragazz*, sempre più ammassat*, tutt* molto content*. Ce n’è di ogni: magr*, alt*, larg*, bass*, alt*, bell*, brutt*, aggressiv*, remissiv*, spegiudicat*, timid*, palestrat*, panzon*, selleron*, nan*, qualche vecchia carampana, molti tromboni e dei boomer tipo me. Passa Alessandro Capriccioli da solo, poi Rocco Casalino che fende la folla a grandi passi, lui e la sua immacolata camicia.

In molti si stanno dando appuntamento alla statua di Wojtyla: "sto qua sotto al papa, me vedi?" e così anche l'austero censore dell'est viene allegramente cooptato alla causa LGBTQ+ .  

Pochi gli slogan, rarissimi gli incazzati, solo qualche cartello sull'ironico. Da un megafono montato su un camioncino si sente la voce di una donna che urla i suoi traumi, non ha molta presa: sono tutti impegnati in altro, specie a guardarsi intorno ("oh, ma hai visto cos*?") o ad abbracciarsi in carrambate  ("anvedi chi ce sta!.."). E in effeti qui alla partenza è' come una festa-scudetto ma senza le gincane di motorini, i bandieroni, le trombe assordanti. Una specie di sfilata di cosplayer ma a bassa intensità con molte coppie vestite in modo simile, molto festose, pronte a darsi due bacetti alla prima occasione buona. Una occasione è quando gli faccio una foto: si mettono subito in posa e come gli dico "vabbe' dai più naturale" lo fanno con buona disposizione e alla fine mi ringraziano pure. Mai successo.  

In mezzo a questo via vai, ci distinguiamo solo in due: io con la mia camicia da impiegato del catasto e uno che sembra la macchietta dell'integralista islamico: camicione di tela blu, pantaloni larghi stessa tonalità, zuccotto bianco, ciavattacce e barba lunga (rivedendo le foto non ci sono né ciavattacce e nè zuccotto, mi ricordavo più lo stereotipo). Lui non è certo un cosplayer. Lo fotografo mentre riprende col telefonino tutto quel fluttuare di sise, cosce e panze.  Fa l'espressione severa, a me sembra solo ottusa. Deve essere il suo senso del dovere di cronaca: raccontare agli amici della bolla pro-life musulmana a che punto siamo arrivati qui in occidente con tutto questo nudismo. In compenso non se lo fila nessuno: neanche lo vedono, come trasparente o facente parte dell'arredo urbano.  

Eppure il gran barbone invece del telefonino potrebbe tirare fuori una pistola e sparare al primo che gli capita, tipo me, che occupo parecchio del suo campo visivo e sono anche abbastanza lento a reagire. Questo pensiero paranoide mi si concretizza meglio una settimana dopo quando arriva la notizia che a Vienna hanno arrestato tre ragazzini: pianificavano di presentarsi al Pride armati di tutto punto per guadagnarsi in anticipo le vergini promesse dall'altissimo. La Polizei se li è bevuti in tempo, li seguivano già da un po’ e per fortuna questi nell'esaltazione sono spesso anche abbastanza ciarlieri e fregnoni.  

In ogni caso la raccomandazione per il prossimo Pride è fare attenzione ai camion delle bande musicali: ce ne sono una trentina, attraversano la folla a due all'ora ma tendenzialmente non frenano. Quello della Mucca Assassina mi liscia di poco ma gli ero però ballonzolato davanti più e più volte. "Non è un caso se si chiama assassina questa mucca!.." dico ad una ragazza tanto per fare una bella battuta, quella ride molto, forse troppo: sono veramente molto inclusivi qui al Roma Pride 2023!  

Qui le foto che ho fatto